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Tu Luna

luna
[foto mia]

Luna. Tu già sai. Sai già tutto. Ti ho parlato un’infinità di volte e mi conosci. Sai che il tempo è solo un soffio di vento. Certe volte provoca brividi di freddo quando soffia da dietro. Tu sai che i sogni son l’unico modo di restare vivi ancora un po’. E sono loro stessi a disseminare la nostra via di frammenti di vetro con cui ci feriamo i piedi ad ogni passo … ed il cuore. Certe porte dovrebbero restare chiuse. Le tende tirate e le tapparelle ben serrate. Buio in questa stanza in cui viviamo. Così la luce non brucerebbe i nostri occhi con false illusioni. Eppure tu, maliziosa e tentatrice, mi doni ogni notte i tuoi raggi argentei e mi inviti ad arrampicarmi fin lassù. Già pare facile … ed io ci casco sempre.

Rimembranze

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Il mio sguardo si è perso nella vastità del nulla. Ho rincorso le nuvole perdendomi nella loro scia. Mi sono ritrovato nel sorgere della Luna e l’ho seguita nel suo peregrinare lontano dai raggi del Sole che – meschini – le rubano ogni giorno la scena. L’ho vista mutar di forma e cammino. L’ho vista scomparire e poi tornare nel suo magnifico splendore. Ogni notte ho disteso le ali e sono volato via, fuori dalla prigione di me stesso.
… E tornando mi son rifondato.

LUNA

Immagine 
[Picture wife]

Il vento notturno carezza le mura del castello senza paura, imprendibile, inarrestabile, invisibile. Attraverso ogni pertugio o fessura si insinua gelido nella stanza, come lama d’acqua ghiacciata, ad ogni nuova folata. Gli scricchiolii del legno sembrano gemiti di un’anima insepolta. Uno schiocco di fuori, giù da basso, lo spezzarsi di un ramo. Al piano di sotto, nella grande sala, l’ululare dell’aria nel camino e polvere di cenere. Il cielo è limpido, le nubi di un tardo novembre spazzate via. La prima neve ghiacciata mulina sull’acciottolato.

La giovine non può resistere al richiamo. Scende scalza dal letto, si avvolge in una coperta e si accosta alla finestra a sesto acuto che incornicia la luna piena. Due seduzioni a confronto, l’astro nel suo splendore e l’innocenza pallida degli occhi della ragazza. Piedi nudi sulla nuda pietra. Piedi freddi e morbidi sulla pietra fredda e dura. Si fissano per un tempo indicibile, poi, come stregata, la giovine si avventura là fuori, sul tetto, offrendosi, pura, alla benedizione dell’astro notturno, la carezza della Dea.

Come rapita in un’estasi a lei del tutto nuova, non si accorge del freddo della notte. Non si accorge del vento che le si attorciglia lungo le gambe avvolgendo il suo corpo in un unico abbraccio, non si accorge nemmeno dei brividi che la fanno tremare, nuda sotto la coperta. Soltanto, ad un certo punto, senza una ragione, porta in alto una mano, e afferra la Luna fra pollice e indice, quasi a volerla staccare dal cielo.

Sorridente e soddisfatta rientra poi nella camera, e prima di coricarsi, poggia vicino al letto una moneta d’argento. Fuori ora il buio è assoluto, non si scorge più nulla nel cielo, sul comodino una moneta a forma di Luna.

Non vedrete nulla

IMG_4543789683121 [Imagine dal Web]
Sì, potete continuare a guardare. Non vedrete nulla. La superficie è immota. Il silenzio regna. Una leggera brezza soffia e raggruppa in riccioli la nebbia sopra lo stagno. Una piccola presenza purpurea compare nell’angolo distale del campo visivo ma quando la cerchi già non è più là. Il cielo di colori oleosi e madreperlacei si tinge prima di virare al grigio e convertirsi in tenebra. La Luna sorge, la guardi appena e mette già paura. I suoi occhi scrutano il tuo animo e conoscono i tuoi più intimi segreti, proiettandone un’ombra che è l’infinita immagine del vero. Le stelle in vortice attraggono il tuo cuore, ma il bagliore dell’Astro Notturno le offusca ed i tuoi piedi restano inchiodati a questa Terra.  Poi un’immensa ala nera si distende sul cielo, e qualsiasi luce tace. Ti avvolgi in un mantello di oscurità e sei tutt’uno col respiro del tempo.