
Be brave my friend… You can ask for more

Non c’è nulla da dire, nessuna via di fuga, nessun riparo. Torna sempre alla mente quell’insegna con le lettere elettriche guizzanti come l’ultima volta che la vidi, dopo che lei era già andata via e tutto era ormai perso.
There’s No Heaven, il paradiso non esiste e all’inferno non c’è più posto. La mia condanna è questa: rimanere qui a vagare inutile in un tempo indefinito.
La notte ha molte forme, molte sorelle. Una di queste è quella definitiva. Quando ti sdrai e spegni la luce provi sempre a combattere: “terrò gli occhi aperti” ti riprometti. Ma già lo sai… con paura o forse anche con desiderio ti abbandoni a Lei e l’ultimo suono che senti ti ricorda una voce lontana… Take my hand, it’s time to go…
È giunta l’ora in cui la città tace. Non c’è Luna, niente Stelle. Solo il cielo nero e una leggera nebbia. Lampioni tristi proiettano aloni plumbei sull’asfalto bagnato. Raccolgo frammenti di ricordi e li metto in un sacchetto della spesa per non perderli. È tutta roba riciclabile, potranno tornarmi utili quando il presente sarà troppo pesante.
Sono stanco. Stanco di essere me stesso. Un me stesso che fatico a riconoscere. Vorrei imparare a tacere. Non ho mai imparato. Però ora la voglia viene meno.
E poi ti rendi conto che le parole sono dei coltelli che si piantano nel tuo stomaco. Stai male. Ogni momento l’eco torna al tuo orecchio e la ferita non si rimargina, e il suono non si dimentica.